Dal Brenta all'Adige

Il paesaggio
Il Brenta rappresenta, per la sua storia ed evoluzione legata naturalmente alla Città di Venezia durante il suo periodo di maggior splendore (tra il '500 e il '700), uno dei territori più caratteristici e ricchi per il suo paesaggio, della villa e dell'acqua.
A sud del fiume, anche se la terraferma è caratterizzata da un paesaggio agrario rurale bonificato, dove la sistemazione idraulica testimonia il forte intervento dell'uomo per salvare questo territorio dalle acque essendo di fatto tra le zone più basse dell'intero territorio provinciale, si riescono tuttavia ad individuare segni di una testimonianza del passato, con tracce di insediamenti di epoca romana, riscontrabili nel territorio di Campagna Lupia.
Una rete idraulica che ha suddiviso questo territorio in maglie larghe, con scarsa presenza di alberature, tipiche del latifondo, contrariamente agli ambiti agricoli dell'area centrale e nord-orientale che sono caratterizzati da una accentuata particellizazione delle aree coltivate, dove i residui delle siepi di conterminazione (fuori dai centri abitati) è ancora conservato.
In questa uniformità si riescono tuttavia a ritrovare elementi di varietà del paesaggio: la parte meridionale della laguna con le sue barene, le sue velme ed i suoi specchi d'acqua, veri e propri rifugi di varietà faunistica e floristica, come ad esempio l'oasi protetta di Valle Averto. In un paesaggio di valli da pesca, fatto di lembi chiusi di altissima produzione ittica, si possono osservare i casoni, i casini da caccia, che si staccano quasi come fantasmi irreali, inseriti all'interno di una realtà quasi immobile ma silenziosa ed affascinante.
A ridosso dell'isola di Chioggia, centro storico e peschereccio, il territorio è ripartito in piccole unità colturali indirizzate all'orticoltura, in particolare alla coltivazione di una qualità di radicchio rosso assai ricercato e di altri ortaggi pregiati.

I luoghi e le memorie
LA RIVIERA DEL BRENTA. Dal Miranese, costeggiando il Canale Taglio, si arriva al Brenta, che unisce Padova alla Laguna di Venezia,
in un paesaggio singolare per le bellezze naturali ed artistiche, per le anse verdeggianti, per il lento fluire delle acque su cui si specchiano alberi maestosi, le statue e le facciate delle splendide ville, erette dal Cinquecento al Settecento.
Ancor oggi si può percorrere il fiume con il Burchiello, una versione moderna della grossa barca governata a remi, ricordata da Goldoni e da Goethe. Risalendo il corso da Venezia, nella località di Malcontenta, si incontra subito la famosa Villa Foscari, progettata dal Palladio e affrescata in tutto il piano nobile dallo Zelotti e dal Franco.
Il ricordo del suo pronao che si rispecchia sull'acqua non è ancora svanito che già si preannunciano le ville del centro di Oriago. Un chilometro circa divide questo paese dalla Rescossa, una località dove le sontuose foresterie seicentesche di Villa Valmarana osservano sull'altra sponda Villa Widman, affrescata dall'Angeli, che affascinò Malipiero e Stravinskij. All'ospitalità gli abitanti sono avvezzi per indole e per antico sedimento: la Riviera nelle ville di MIRA ha accolto alte famose personalità, Enrico IV di Francia, oltre ai pittori e artisti ammaliati dagli angoli ombreggiati dei salici, dai giardini a ridosso della corrente, dalle architetture pensate da importanti progettisti come lo Scamozzi che disegnò Villa Angeli alle porte di DOLO. A questa cittadina segue FIESSO D'ARTICO con la barocca Villa Recanati Zucconi e la successiva Villa Soranzo con l'esterno affrescato da Benedetto Caliari, fratello del Veronese. Il tutto pare preannunciare il "palazzo ducale in terraferma": Villa Pisani di STRÀ. Questo scrigno espone ai suoi visitatori le sale affrescate dal Tiepolo, al Guarana, dallo Zais, le statue scolpite dai Bonazza, le scenogra fiche scuderie e il celeberrimo labirinto voluti dal Frigimelica.
Reperimenti archeologici provano che la centuriazione romana si estendeva anche alla parte sud occidentale della provincia veneziana, e VIGONOVO, FOSSO' , CAMPONOGARA ne conservano solo qualche traccia, a causa delle tracimazioni dei fiumi, in particolare del Brenta, e degli interventi di bonifica e di salvaguardia.
Il territorio, come testimonia una barca neolitica rinvenuta a Lova nel 1893 (ora conservata a Venezia) era abitato fin dai tempi antichi, e in epoca romana gli stessi nomi delle località,Campo e Campagna, Lugo (lucus), Lova (lupa) attestano la presenza di villaggi abitati da contadini e da pescatori.
A Lugo di CAMPAGNALUPIA la chiesa di S. Maria in stile romanico (sec. XI), con il suo campanile post-esarcale incorporato nella navata, conserva nel suo interno tracce di affreschi medioevali ,che la fanno ricordare meta di pellegrinaggi, mentre a Lova si può visitare la chiesa secentesca di S. Giustina, la cui fondazione - come ricorda una lapide all'ingresso - risale al 1236. Ancorché la zona di vivai nel vigonovese, le estensioni agricole - per lo più a monocoltura maidicola - e la vegetazione arborea con filari e gruppi isolati di grandi alberi costituiscono una peculiarità di questo paesaggio agrario, la parte più suggestiva del territorio è però quella costituita dalla Laguna sud, con le valli (dell'Averto, Contarina, Figheri, Zappa, di Rivola) i laghi (delle Tezze, Bettiora, Zappa, di Rivola) , le terre immerse nelle acque in distese sconfin a t e. CAVARZERE Situata sulle sponde dell'Adige, spesso causa con il Gozzone e il Po di gravi inondazioni, è una cittadina agraria di antiche origini, avamposto fortificato degli etruschi di Adria e quindi dei Romani, come testimoniano numerosi reperti archeologici e, in particolare, i ruderi poderosi della Torre delle Bebbe, ai confini di Chioggia.
Il centro urbano, formato da due nuclei a cavallo del fiume, offre sulla destra la spaziosa Piazza in cui si situa l'imponente Duomo di S. Mauro e Palazzo Barbiani, sede del Municipio, con la sua massiccia torre campanaria; sulla sinistra la Chiesa di S. Giuseppe.
Una visita merita l'oratorio di Ca' Labia, la superstite cappella patrizia che serba un pregevole gruppo scultoreo (Madonna con due angeli) attribuito al Bonazza. L'ambiente circostante, tipicamente fluviale, non offre più i famosi mulini galleggianti, ma conserva angoli assai suggestivi come l'estesa zona protetta della Marice, dove il canneto rappresenta un tranquillo rifugio per varie specie di uccelli acquatici.
CHIOGGIA" . . . A Vinegia per Ostro, la città di Chiozza vi è posta, che fu degli antichi Fossa Clodia nominata, la quale gli è distante miglia venticinque, bene habitata, ha forma longa e una strada in due parti la divide, dalla quale alcune stradelle derivano, in modo che di una spina di pesce ha la similitudine; gli habitanti tutti sono marinai, hanno benissimi orti, di quali grande utilità ne cavano ..." Cason Zappa nell'omonima valle.

Così abilmente Benedetto Bordone nel suo "Isolario" tracciava l'identità di Chioggia, sempre stata famosa per i suoi pescatori e per i suoi legni che solcavano i mari sino all'Egeo, tra cui assurto quasi ad emblema della città, è il "bragozzo", con la sua prua panciuta e con le vele vivacemente dipinte. Attraverso il ponte che connette Borgo S. Giovanni nella terraferma alla cinquecentesca Porta Garibaldi si giunge a Corso del Popolo, l'antica plathea; a sinistra la piazzetta del Vescovado e la balaustrata di statue marmoree con la Madonna con bambino, il "Refugium peccatorum" che ha da sempre accolto le preghiere per i naviganti. Sede episcopale dal 1110, Chioggia nel suo originale e delicato tessuto urbano prodigo di storia e di memorie vanta chiese (grandiosa la Cattedrale di S. Maria Assunta, opera giovanile di Longhena; pure nelle linee la gotica chiesetta di S. Martino; ricca d'arte la chiesa di S. Domenico) e restigiosi edifici (la Loggia dei Baudi, palazzo del Granaio, Ravagnan, Grassi, Viseltri, ecc.), canali ( il principale e il più pittoresco è il Canal Vena) e numerosi ponti, tra cui quello traslagunare che conduce all'antico borgo di Sottomarina ("Clodia minor"), la spiaggia frequentatissima che dalla foce del Brenta si estende con gli insediamenti balneari di Isola Verde fino alla foce dell'Adige.
Nella Piazzetta Vigo si prende la motonave e oltre la bocca di porto e il villaggio marino di Ca' Roman si raggiunge l'isola di Pellestrina, che si percorre in autobus, accompagnati sul lato mare dai poderosi "Murazzi", opera di difesa in macigni di pietra d'Istria ideata da P. Vincenzo Coronelli e costruita nella seconda metà del '700 da Bernardino Zendrini.
Dopo aver superato i borghi assai caratteristici di Portosecco e di S. Pietro in Volta, dediti all'orticoltura, alla pesca e al "filet", un particolare merletto in filo di cotone cui le donne lavorano con il tombolo, ci si imbarca sul ferry boat e quindi in un paesaggio caratterizzato da estesissime palificazioni intercalate da casoni su palafitte in cui si allevano i "peoci", oltre la bocca di porto raggiungiamo la località Alberoni all'estremità del litorale del Lido. Proseguendo si giunge a Malamocco, così chiamata in ricordo della romana Metamaucus che serba tutta la suggestione dell'architettura insulare veneziana nello splendido Campo della Chiesa di S.ta M. Assunta, nel Palazzo Pretorio, nei circostanti edifici gotici con finestre archiacute, nelle vere da pozzo con gli stemmi Foscarini, Marcello e Pisani, nella Merceria con la calle di S. Giovanni.

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