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Il paesaggio
Due corsi dâ acqua, di origine alpina, che come pochi altri hanno subito delle trasformazioni, in tempi storici, ad opera dellâuomo e che di fatto hanno caratterizzato il territorio ed il suo paesaggio, che, in questâarea, assume due aspetti prevalenti: il paesaggio agrario e quello delle acque, legato alla laguna.
Una configurazione schematica del paesaggio può essere rappresentata a corone semicircolari: partendo da un centro, dove troviamo la città di Venezia e la sua laguna, passiamo ad un paesaggio antropico, cittadino ed industriale.
A monte, dallâambiente vegetale ed agrario delle grandi bonifiche dei terreni attigui al Piave si passa ad unâorganizzazione del territorio a graticolato, nella zona tra Mirano e S. Maria di Sala, caratterizzato dalla centuriazione romana con assi stradali che si incrociano perpendicolarmente a formare un reticolo in proporzioni quadrate. Percorrendo stradine solitarie che conducono ancora, in qualche caso, a vecchie formazioni boschive, arriviamo a ridosso del Brenta, dove incontriamo frammenti di paesaggio verde: sono i giardini delle ville venete, poste lungo lâasta fluviale del Brenta. Eâ sulle rive di questo fiume, che unisce Padova a Venezia e che si può ancora oggi percorrere con il âBurchielloâ, che lâaristocrazia e la facoltosa borghesia veneziana rimasero affascinate dalle anse verdeggianti e dal lento fluire della corrente, costruendo ville prestigiose dove il confine tra giardino, brolo e campi coltivati non è mai netto e definito.
I luoghi e le memorie
JESOLO: Dellâantica antagonista di Eraclea per il primato di capitale lagunare, in localitĂ âLe Mureâ si possono vedere le tracce piĂš importanti rappresentate dai muri di fondazione di due complessi basilicali: S. Mauro (VIII-IX sec. d.C.) e S. Maria di Equilio (X-XI sec. d.C.) e dai resti di una antecedente basilica paleocristiana a tre navate, con pavimentazione a mosaico, databile tra la fine del V e lâinizio del VI sec. d.C. La cittadina deve ora la sua fama al Lido, lungo oltre 15 km, allâelevatissimo numero di strutture ricettive alberghiere e alla varia offerta di svago e di divertimento diurno e notturno che attirano nella stagione estiva milioni di turisti, per lo piĂš tedeschi.
Dal caratteristico faro alla foce del Sile-Piave Vecchia, si estende tra mare e laguna il Litorale del Cavallino, ove ha la massima concentrazione, su scala europea, il turismo allâaria aperta (oltre 65.000 posti letto in campeggi ed oltre 5 milioni di presenze). Con le isole collegate di Treporti, Saccagnana, Lio Piccolo, Le Mesole e la penisola di Lio Maggiore il litorale del Cavallino rappresenta una localitĂ ideale per cogliere le straordinarie suggestioni dellâambiente naturale della parte settentrionale della laguna di Venezia, ove nei piccoli borghi con antiche abitazioni rurali sopravvivono le tracce dellâuomo e del remoto passato in un ampio paesaggio di acqua, di barene e di ghebi animato dal volo di gabbiani, dei Cavalieri dâItalia e delle garzette. Ritornati in terraferma e procedendo a nord, è il corso del Piave, i suoi meandri, le sue anse a modellare lâambiente e a costruire angoli assai suggestivi sulle sue rive, a tratti ghiaiose, a tratti coperte da folta vegetazione, su cui sorgono i pur antichi abitati di MUSILE, di NOVENTA e di FOSSALTA DI PIAVE. Seppure risalgano al VI millennio a.C. i primi insediamenti e al I millennio a.C. il primo significativo popolamento dei Veneti, Altino dovette il proprio sviluppo e la propria floridezza in epoca romana al fatto di essere ubicata allâincrocio della via Annia (131 a.C.) - prosieguo della via Flaminia fino allâimportante colonia di Aquileia - e la via Claudia Augusta, costruita a collegamento con le regioni danubiane e la Germania. Devastata prima da Attila (452 d.C.), poi dallâinvasione Longobarda (568) che indusse infine gli abitanti a trasferirsi con il vescovo a Torcello e nelle isole della laguna,Altino serba importanti testimonianze del proprio antico splendore nel Museo Archeologico dove sono conservati monumenti e vasi funerari,cornici e capitelli da edifici monumentali,ritratti e iscrizioni votive, monete e bronzetti. Allâesterno del Museo si può visitare lâarea degli scavi aperta al pubblico: ai lati di una via basolata scoperta per una lunghezza di circa 40 metri, sono presenti resti di abitazioni e pavimenti tassellati,riferibili ad una domus urbana databile agli inizi del II sec.a.C.
Dallâaltra parte della strada è in vista un pavimento a tarsia marmorea del I sec. a.C. Al territorio dellâAltinate, che comprende i comuni di QUARTO DâALTINO con Portegrandi e Trepalade e di MARCON, con la frazione di Gaggio, anticamente apparteneva anche Tessera, ove la torre campanaria cilindrica (inizi del XII sec. d.C.) stilisticamente simile al campanile di Caorle, testimonia degli influssi architettonici ravennati. Giunti nel Mestrino, si diramano varie direttrici: la Castellana ci conduce a Maerne, MARTELLAGO e infine a SCORZEâ, uno dei tre caratteristici centri del Decumano, il cosiddetto graticolato che interessava lâagro e la centuriazione del territorio in epoca romana. La fertile e verdeggiante pianura, attraversata da numerosi corsi dâacqua che alimentano il fiume Dese, è la piĂš tipica espressione del paesaggio rurale veneto, in cui ai campi a coltura intensiva succedono oasi di ricche vegetazioni, e le case in muratura da massaro, risalenti al XVII-XVIII secolo, attestano lâantica vocazione agricola, ora sopravanzata dallâinsediamento di numerose attivitĂ artigianali ed industriali.
I segni del passato medioevale di NOALE sono ancora splendidamente tangibili nella struttura archittettonico-urbanistica negli eleganti palazzi porticati e ricchi di affreschi, nei resti delle antiche mura,nei documenti dellâimportantissimo archivio storico. Libera comunitĂ fin dallâottavo secolo, divenne poi nel 1158 feudo e residenza della signoria dei Tempesta, cui si deve la definitiva costruzione della famosa Rocca, che rappresenta con gli Spalti un bellâesempio di fortificazione di pianura del XII secolo, circondata da un duplice giro di tranquilli specchi dâacqua alimentati dal fiume Marzenego. Le torri dellâOrologio e della Campana (XIII secolo) delimitano idealmente la vicina piazza Castello, il popolare âCampassoâ, dove sorge la Chiesa Arcipretale al cui interno si possono ammirare tra lâaltro una pala eseguita da Palma il Giovane e un pregevole altare del Sansovino. Altri monumenti sono: al centro del paese, la colonna detta della Pace (XV sec.) opera di Paolo Plinio Veneziano e in piazza XX settembre Palazzo Scotto (1600) ora sede della Biblioteca Comunale e dellâarchivio storico.
Sulla statale, in direzione di S. MARIA DI SALA, zona tipica della sistemazione agraria romana si incontra Stigliano, con lâantico Castello dei Carraresi, eretto nei primi del mille, che offre una chiara idea di un antico borgo medioevale. MIRANO Intatto è lâimpianto viario del âgraticolatoâ,un sistema di maglie uguali secondo lâandamento dei âcardiâ e dei âdecumaniâ: via Desman a Zianigo, deriva da qui la propria denominazione. Il territorio, attraversato dal fiume Musone, fu teatro nel periodo medioevale di frequenti lotte tra i Padovani, i Veronesi e i Veneziani, che infine prevalsero e agli inizi del â 600, nel quadro degli interventi per la salvaguardia della laguna, irreggimentarono il corso con il âTaglioâ nellâalveo giĂ canalizzato del Brenta. La nuova via dâacqua (ai Molini di Sotto attraccavano i barconi provenienti dal Brenta) contribuĂŹ al ruolo commerciale svolto dalla cittadina, che si modificò nel suo tessuto urbano, disposto a raggiera intorno alla piazza circolare con le sue botteghe, caffè e trattorie, tra portici e pensiline. Il meglio dellâarchitettura miranese, oltre alle ville Van Axel e Giustinian, è rappresentato da Villa Morosini, aperta al pubblico, cospicuo esemplare della filosofia costruttiva seicentesca e lâantistante parco di Villa Erizzo-Belvedere. Nella Chiesa Parrocchiale si possono ammirare lâenorme âGiudizio universaleâ dipinto nellâOttocento dal Demin, lâaltare settecentesco del Tonetto, la pala dâaltare cinquecentesca del Fiammengo, e soprattutto la pala sul terzo altare di destra raffigurante il miracolo di S. Antonio, dipinta dal Gianbattista Tiepolo. Di questo illustre cittadino, miranese dâadozione, resta traccia nella Casa dei Tiepolo nella vicina localitĂ di Zianigo, dove dimorò con il figlio Giandomenico, che affrescò con interi cicli del Carnevale e dei Pulcinella, poi trasferiti nel Museo di Caâ Rezzonico a Venezia.