Vini DOC “Piave”

Foto Vini DOC “Piave”

Area di produzione
Le uve destinate alla produzione dei vini a denominazione di origine controllata “Vini del Piave” devono essere prodotte nell’intero territorio ricadente nel bacino del Piave.

Ambito agricolo di primario interesse:
paesaggio del vigneto


La zona di produzione comprende:
1. Provincia di Treviso: l’intero territorio dei comuni di Arcade, Breda di Piave, Casale sul Sile, Cessalto, Chiarano, Cimadolmo, Codognè, Fontanelle, Godega Sant’Urbano, Gorgo al Monticano, Mareno di Piave, Maserada sul Piave, Monastier, Oderzo, Ormelle, Ponte di Piave, Ponzano Veneto, Portobuffolé, Povegliano, Roncade, Salgareda, San Biagio di Callalta, San Fior, San Polo di Piave, Santa Lucia di Piave, Spresiano, Vazzola, Zenson di Piave.
Parte dei territori dei comuni di Carbonera, Casier, Gaiarine, Mansuè, Mogliano Veneto, Orsago, Preganziol, Silea, Villorba, Colle Umberto, Conegliano, Cordignano, Giavera del Montello, Montebelluna, Motta di Livenza, Nervesa della Battaglia, Paese, San Vendemiano, Susegana, Trevignano, Vittorio Veneto, Volpago del Montello.
2. Provincia di Venezia: l’intero territorio dei comuni di Fossalta di Piave, Marcon, Meolo, Noventa di Piave, Quarto d’Altino, San Donà di Piave.
Parte del territorio dei comuni di Venezia, Ceggia, Eraclea, Jesolo, Musile di Piave, Torre di Mosto.

Denominazione
La denominazione di origine controllata “Vini del Piave” o “Piave” con la specificazione di uno dei seguenti vitigni: Cabernet, Cabernet Sauvignon, Merlot, Pinot bianco, Pinot grigio, Pinot nero, Raboso, Tocai Italico, Verduzzo, Chardonnay, è riservata ai vini ottenuti nell’ambito aziendale da uve provenienti da vitigni costituiti per almeno il 95% dai corrispondenti vitigni.
Possono concorre alla produzione di detti vini anche le uve di altri vitigni tradizionali, a frutto di colore analogo, “raccomandati” per la zona, presenti nei vigneti in misura non superiore al 5%.
Nei vigneti destinati alla produzione dei vini:
– Cabernet è ammessa la presenza dei vitigni Cabernet Franc e Cabernet Sauvignon da soli o congiuntamente;
– Raboso è ammessa la presenza dei vitigni Raboso Piave e Raboso Veronese da soli o congiuntamente;
– Verduzzo è ammessa la presenza dei vitigni Verduzzo trevigiano e Verduzzo friulano da soli o congiuntamente.

Particolarità ambientale
Le condizioni ambientali e di coltura dei vigneti destinati alla produzione dei vini devono essere quelle tradizionali della zona e, comunque, atte a conferire alle uve e ai vini derivati le loro specifiche caratteristiche di qualità. Sono pertanto da considerare idonei i vigneti ubicati in terreni di favorevole giacitura, di origine sedimentaria-alluvionale e di natura prevalentemente argillosa, calcarea e ghiaiosa.
Sono invece da escludere i terreni torbosi, umidi o freschi e quelli decisamente silicei.

Profilo merceologico e caratteristiche
al consumo

Abbinamenti
Cabernet del Piave Gli accostamenti che meglio valorizzano questo vino sono quelli con le portate più impegnative del pranzo, come arrosti di carni bianche e rosse, pollame, cacciagione, selvaggina. Va servito a 18-20 gradi.
Pinot bianco del Piave Si può gustare come aperitivo, oppure con antipasti leggeri, con minestre asciutte e in brodo, con pesce e uova. Viene accostato a molte specialità gastronomiche della zona di produzione, ad esempio in primavera agli asparagi bianchi con le uova o gratinati, oppure tutto l’anno a un risotto di scampi o gamberetti. Va servito a 10-12 gradi.
Pinot nero del Piave È un vino di grande soddisfazione quando si accoppia con le carni bianche o rosse, anche accompagnate da salse. Nella zona di produzione è da gustare con gli arrosti, come lo stinco al forno, la spalla di vitello, la faraona. Va servito a 18-20 gradi.
Pinot grigio del Piave Si può degustare con grande piacere anche con antipasti, minestre asciutte e in brodo, piatti a base di pesce e di uova. Tra le specialità gastronomiche della sua zona di produzione, apprezza particolarmente il prosciutto, la coppa, le zuppe di pesce. Va servito a 10-12 gradi.
Merlot del Piave Oltre ai tradizionali abbinamenti con carni bianche e rosse vale la pena di degustare il Merlot del Piave nella sua zona di produzione, con l’anguilla in umido, il baccalà alla vicentina, con il fegato alla veneziana, con la famosa “sopa coada”. Va servito a 18-20 gradi.
Tocai del Piave Vino da aperitivo e per antipasti magri, minestre in brodo e asciutte, piatti di pesce con salse. Il Tocai si esalta con numerose specialità gastronomiche della sua zona di produzione, risi e bisi, risi e patate, risotto di asparagi, minestra con fegatini, pesce fritto, sformato di radicchio. Va servito a 10-12 gradi.
Raboso del Piave Trova i suoi migliori abbinamenti con i piatti della gastronomia locale, pasta e fagioli con le cotiche, oca ripiena alle castagne, brasato di manzo al Raboso. Va servito a 18-20 gradi.
Verduzzo del Piave È un vino da aperitivo che egregiamente si accompagna anche con antipasti, frutti di mare e piatti di pesce, leggeri e delicati. Tra le specialità gastronomiche si abbina in modo particolarmente felice con la crema di fagioli e zucca, il risotto di radicchio, le seppioline alla veneziana. Va servito a 10-12 gradi.
Cabernet sauvignon Va degustato con arrosti di carni bianche e rosse, pollame, cacciagione, agnello al forno, formaggi a pasta dura. Va servito a 16-18 gradi.

Etichettatura
Nella presentazione e designazione dei vini a denominazione di origine controllata “Vini del Piave” o “Piave” il nome del vitigno deve figurare in etichetta in caratteri di dimensioni non superiori ai 2/3 di quelli utilizzati per indicare le denominazione di origine.
Nella presentazione e designazione dei vini a denominazione di origine controllata “Vini del Piave” o “Piave” è vietata l’aggiunta di qualsiasi qualificazione aggiuntiva diversa da quella prevista dal presente disciplinare, ivi compresi gli aggettivi “superiore”, “extra”, “fine”, “scelto”, “selezionato” e similari. Le indicazioni tendenti a specificare l’attività agricola dell’imbottigliatore quali “viticoltore”, “fattoria”, “tenuta”, “podere”, “cascina” e altri termini similari sono consentite in osservanza delle disposizioni CEE in materia. È consentito altresì l’uso di indicazioni geografiche e toponomastiche aggiuntive che facciano riferimento a unità amministrative, frazioni, aree, fattorie e località dalle quali effettivamente provengono le uve da cui il vino così qualificato è stato ottenuto, alle condizioni previste dal D.M 22 aprile 1992.

Storia e tradizione
La vite nella zona è coltivata da almeno tre millenni, infatti sono numerosi i reperti che testimoniano la coltivazione della vite nell’era preistorica. Solo verso i primi anni del Novecento venne razionalizzata la coltivazione attraverso l’impianto di numerosi vigneti secondo le indicazioni degli studiosi della vicina Stazione sperimentale di viticoltura di Conegliano. Vennero inoltre bonificati circa 3.000 ettari per la coltivazione. Poi negli anni cinquanta sorsero anche le prime cantine sociali. Il Consorzio dei vini del Piave nacque dalla spontanea volontà dei produttori vinicoli trevigiani che, nel lontano 1959, ricercavano con difficoltà una propria strada per qualificare una produzione tanto diffusa in provincia quanto poco valorizzata. Nel 1963, poi, una legge dello Stato, la n. 930, intrecciò l’azione delle Camere di commercio a favore del comparto vitivinicolo con i compiti che il Consorzio volontario di tutela era chiamato a svolgere. Il primo disciplinare Doc è stato costituito con DPR del 11 agosto 1971, GU n. 242 del 24/09/71 e successive modifiche DPR 5/11/81, GU n. 148 del 1/6/82, e DM 26/6/92.

Vitigno

Colore

Odore

Sapore

Titolo
alcolometrico
volumico tot.
minimo

Acidità
totale
minima

Estratto
secco
netto
minimo

Tocai italico

giallo paglierino chiaro tendente al verdognolo

delicato gradevole caratteristico non molto intenso

ascitto fresco, armonico, lievemente aromatico

11%

5

14

Pinot bianco

giallo paglierino

delicato e caratteristico

pieno, morbido e armonico

11%

5

14

Chardonnay

paglierino

fine, caratteristico

asciutto, fine, talvolta morbido

11%

5

14

Pinot grigio

dal giallo paglierino al ramato secondo i sistemi di vinificazione

intenso
caratteristico

vellutato, morbido e arminico

11%

4.8

14

Verduzzo

giallo dorato più o meno intenso o giallo paglierino tendente al verdognolo

vinoso delicato caratteristico, gradevole

asciutto, sapido, armonico e gradevole

11%

5

14

Merlot

rosato nella tipologia specifica

vinoso, intenso,
caratteristico

asciutto, talvolta vellutato, giustamente tannico e aromatico, con eventuale percezione gradevole di legno

11,50% vol.riserva 12% vol.

4,5 g/l

18 g/l riserva 20 g/l

Pinot nero

rosso rubino vivo tendente al granato se invecchiato

vinoso, tipico gradevole

asciutto oleggermente amabile, sapido, di corpo, armonico

11%

4,8

18

Cabernet

rosso rubino, quasi granato se invecchiato

vino intenso caratteristico gradevole

asciutto, sapido, di corpo, lievemente erbaceo, giustamente tannico, armonico e caratteristico

11%

5

218

Cabernet sauvignon

rosso rubino tendente al granato con l'invecchiamento

vino marcato tipico con profumo di violetta con il prolungarsi dell'invecchiamento

asciutto armonico, di corpo, caratteristico

11%

5

18

Raboso

rosso rubino carico, tendente al granato, con il prolungato invecchiamento

vinoso, marcato,
tipico con profumo di violetta con il prolungarsi dell'invecchiamento

secco austero, sapido, giustamente tannico, leggermente acidulo

11.50%

6.5

20


Tecnica produttiva
I sesti d’impianto, le forme di allevamento e i sistemi di potatura devono essere quelli genericamente usati o, comunque, atti a non modificare le caratteristiche delle uve e del vino.
È vietata ogni pratica di forzatura.